Alcide Berloffa
(1922 – 2011)
Un nuovo inizio politico
Alcide Berloffa, con Silvius Magnago, è considerato uno dei personaggi più importanti della storia dell’autonomia altoatesina. Nel corso del suo lungo percorso politico ha seguito con grande sensibilità e capacità di mediazione le trattative tra Roma, Vienna e Bolzano. Per il suo contributo allo sviluppo della convivenza in Alto Adige nel 2001 è stato insignito del Premio Vescovo Dr. Joseph Gargitter.
„Sono stati insieme per tre ore, senza un bicchiere d’acqua, senza una sola telefonata. Loro due soli. Magnago non poteva crederci: ‘Berloffa – mi disse – mi ha ascoltato per tre ore, tre ore!’ e Moro a sua volta: ‘Di questa persona credo che possiamo fidarci ‘. Questi sono momenti decisivi“.
Alcide Berloffa, 2002
“Non esisteva una scuola per la convivenza. Abbiamo dovuto costruircela da soli.”
Alcide Berloffa, 2002
Infanzia
e famiglia
Berloffa, nato nel 1922, è il primo di cinque figli di una famiglia trentina che si trasferisce a Bolzano nel 1928. Suo padre lavora alla costruzione della centrale idroelettrica di Cardano. Berloffa cresce nel quartiere di Rencio e lì impara a conoscere la parte tedesca dell’Alto Adige.
Mediazione
e conciliazione
Berloffa è tra i membri del primo Consiglio comunale di Bolzano eletto democraticamente nel 1948. Silvius Magnago è vicesindaco. Berloffa coglie il disagio dei consiglieri tedeschi, ma chiede anche comprensione per la situazione della popolazione italiana. Dal 1953 al 1976 Berloffa è deputato al Parlamento italiano. Nel 1959, in qualità di membro della direzione della Democrazia Cristiana, diviene uno stretto collaboratore di Aldo Moro. Nella Commissione dei 19, istituita nel 1961 per risolvere la questione altoatesina, gode della fiducia di entrambe le parti. Organizza infine lo storico incontro fra Aldo Moro e Silvius Magnago.
Tra i fronti
L’accordo del 1939 tra Hitler e Mussolini per il trasferimento dei sudtirolesi, le cosiddette Opzioni, e l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 mettono fine alla gioventù di Berloffa. Ancor prima di diplomarsi come geometra, viene nominato – come Magnago – nella commissione che censisce le proprietà dei sudtirolesi che emigravano. Tra i suoi amici alcuni si arruolano nella Wehrmacht, altri nell’esercito italiano. Anche Berloffa viene reclutato. Dopo l’invasione tedesca del 1943 si nasconde.