La strada
per l’autonomia
L’Alto Adige ha ottenuto il massimo con la sua autonomia o avrebbe potuto assicurarsi di più?
Una cosa è certa: la strada che ha portato all’autonomia è stata lunga e spesso vi hanno influito interessi di ordine superiore; non sono inoltre mancati ostacoli e sofferenze. Non era affatto scontato che questa strada avrebbe condotto alla pace.
Timeline
Il Trattato di pace di Saint-Germain
l trattato di pace alla fine della Prima guerra mondiale sancisce l’annessione del Sudtirolo e del Trentino all’Italia. Resta delusa la speranza dei sudtirolesi di ottenere l’autodeterminazione o una qualche forma di autonomia.
La marcia su Roma
I fascisti marciano su Roma mentre il loro leader, Benito Mussolini, prende la guida del governo. Il fascismo avvia una decisa politica d’italianizzazione delle minoranze linguistiche e di promozione dell’immigrazione italiana nelle “nuove province”.
L’opzione
L’Italia fascista e la Germania nazionalsocialista firmano l’accordo sulle “opzioni”: i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina devono scegliere se emigrare nel Terzo Reich o rimanere in Italia, rinunciando a essere riconosciuti come minoranza linguistica. Più dell’85 % della popolazione sudtirolese opta per la Germania; tra il 1940 e il 1943, circa 70.000 persone abbandonano l’Alto Adige.
Gli alleati occupano parte del territorio italiano
Una nuova fase
Con la fine della Seconda guerra mondiale e la nascita della democrazia ha inizio una nuova fase. L’8 maggio 1945 gli Alleati consentono la fondazione della Südtiroler Volkspartei (SVP), che riconoscono come partito di rappresentanza dei gruppi linguistici tedesco e ladino dell’Alto Adige.
L’Accordo di Parigi
Il primo Statuto di autonomia
L’Assemblea costituente italiana approva il primo Statuto di autonomia. Viene approvato un primo Statuto di autonomia per la Regione Trentino-Alto Adige. I rappresentanti politici sudtirolesi si dichiarano però insoddisfatti: le competenze sono assegnate, infatti, alla Regione e non alla sola Provincia di Bolzano. Inoltre, nello Statuto la minoranza ladina non viene neppure menzionata.
L’autonomia disattesa
La popolazione di lingua italiana rappresenta la maggioranza in regione così che le richieste delle minoranze tedesche e ladine vengono respinte. Agli occhi della popolazione altoatesina i punti fondamentali dell’accordo Degasperi-Gruber non sono stati messi in pratica. Cresce il malcontento anche a causa della migrazione interna della forza lavoro e delle famiglie italiane.
Silvius Magnago viene eletto segretario politico della SVP
Nel 1957 Silvius Magnago viene eletto segretario politico della SVP. Sostenuto dall’ala più radicale del partito, organizza a Castel Firmiano una grande manifestazione di protesta contro la politica dello Stato italiano nei confronti dell’Alto Adige. 35.000 manifestanti reclamano per la Provincia di Bolzano una propria autonomia.
La manifestazione a Castel Firmiano
A Castel Firmiano si svolge una grande manifestazione organizzata dalla Südtiroler Volkspartei su pressione del “ribelle SVP” Hans Dietl. I 35.000 manifestanti chiedono l’autonomia per la Provincia di Bolzano e accusano il governo di Roma di continuare a promuovere l’immigrazione italiana in Alto Adige.
La risoluzione ONU
Il nuovo Ministro degli esteri austriaco, Bruno Kreisky, porta la questione sudtirolese davanti all’Assemblea dell’ONU, che sollecita Italia e Austria a trovare una soluzione concordata alla controversia. I primi negoziati lasciano intravvedere però poche speranze di successo.
La Commissione dei Diciannove
Il governo italiano insedia la cosiddetta Commissione dei 19 (composta da 11 italiani, 7 tedeschi e 1 ladino), che nel 1964 presenta una prima bozza del nuovo Statuto di autonomia, in base al quale gran parte delle competenze sono trasferite dalla Regione alle Province di Bolzano e Trento.
La notte dei fuochi
È il momento culminante di una lunga serie di attentati iniziata nel 1956. Autore dell’attentato è il gruppo separatista BAS-Befreiungsausschuss Südtirol (Comitato di liberazione per l’Alto Adige). “La notte dei fuochi” richiama l’attenzione dell’opinione pubblica italiana ed europea sull’Alto Adige.
Sì al Pacchetto
Dopo lunghe trattative, Italia, Austria e un piccolo gruppo di rappresentanti SVP guidati da Silvius Magnago trovano un accordo su un “pacchetto” di misure da attuare secondo un preciso calendario operativo. Contiene 137 misure per una migliore tutela dei sudtirolesi. La SVP approva il “Pacchetto” a strettissima maggioranza.
Il secondo Statuto di autonomia
Il nuovo Statuto di autonomia entra in vigore il 20 gennaio 1972. L’eguaglianza e la tutela dei tre gruppi linguistici del territorio sono assicurate. Molti dettagli dovranno ancora essere definiti negli anni successivi in seno alla Commissione dei Sei. Sostenitori e oppositori vi lavorano assieme. Protagonisti di primo piano sono Alcide Berloffa, Roland Riz e Alfons Benedikter.
Alcide Berloffa dal 1972 è presidente delle Commissioni
Alcide Berloffa continua a svolgere un ruolo importante nella realizzazione dell’autonomia. Dal 1972 al 1994 è presidente della Commissione dei 6 e della Commissione dei 12. Dal 1977 al 1994 è membro del Consiglio di Stato. Contribuisce alla fondazione della Libera Università di Bolzano, diventandone vicepresidente nel 2002. Alcide Berloffa muore il 25 febbraio 2011. Era sposato con Vanda Segato, con la quale ha avuto due figli, Paolo e Giovanna.
La Quietanza liberatoria
Il governo italiano emana le ultime norme del “Pacchetto”. Italia e Austria consegnano all’ONU la quietanza liberatoria, che di fatto chiude la lunga vertenza internazionale riguardo alla questione altoatesina. Le trattative tra Roma e Alto Adige per un’autonomia “dinamica” proseguono negli anni successivi.